Dalla letteratura è noto che nei pazienti con disabilità sia fisica che mentale la prevalenza di malocclusioni è maggiore rispetto a pazienti sani, inoltre le manifestazioni nel cavo orale delle sindromi e dei ritardi mentali sono molteplici e differenti:

  • agenesie e alterazione della permuta dentale;
  • anomalie dello smalto;
  • malocclusioni di seconda classe con morso aperto e overjet aumentato;
  • bruxismo;
  • respirazione orale;
  • deglutizione atipica e lingua protrusa;
  • ipotono dei muscoli masticatori;
  • cariorecettività aumentata;
  • gengivite e parodontite;
  • ipertrofia gengivale da farmaci;
  • malocclusioni di terza classe da iposviluppo dell’osso mascellare.

Tutte queste anomalie non permettono un armonico sviluppo craniofacciale della muscolatura masticatoria e di conseguenza le funzioni orali sono completamente alterate. Già dai primi appuntamenti è importante cercare di capire il paziente e il suo grado di collaborazione, oltre che cercare di responsabilizzare i genitori verso le problematiche odontoiatriche e ortodontiche del figlio. Il genitore in ambito ortodontico riveste normalmente un ruolo importante che, nel caso di pazienti disabili, diviene fondamentale per il buon esito del trattamento; egli deve essere interessato e fortemente motivato in quanto la cura dell’igiene orale e dell’apparecchiatura ortodontica sarà sua responsabilità. Gli obiettivi del trattamento ortodontico dei pazienti disabili non sono la risoluzione della molucclusione e il raggiungimento di un allineamento ideale, ma piuttosto permettere una buona respirazione nasale, una normale suzione, un’adeguata masticazione e deglutizione, un corretto linguaggio e se possibile migliorare l’aspetto estetico del volto. Il successo della terapia è molto importante per il paziente disabile perché rappresenta il raggiungimento di un traguardo significativo, quindi egli acquista autostima, senso di gratificazione e responsabilità. La vita sociale del soggetto disabile migliore nell’ambito scolastico, familiare, relazione e lavorativo, viene favorita la sua integrazione culturale e sociale e in questo modo si fallita il raggiungimento dell’autosufficienza.