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La clown Therapy

II compito del clown è quello di sdrammatizzare le pratiche sanitarie, mutare segno alle emozioni negative, quali paura, rabbia, delusione, tristezza, farle esprimere, gestirle e virarle al positivo, verso il sorriso, il coraggio, Ia speranza, Ia gioia...

I Clown dottori operano (tranne che in emergenza) sempre in coppia: un meccanismo assai collaudato che consente di essere realmente attivi e terapeutici non solo nei confronti del piccolo ricoverato, ma anche dei genitori presenti e del resto del reparto. Spesso, infatti, alla paura dei piccoli degenti, si unisce anche l’ansia e l’angoscia dei genitori, in una spirale che si autoalimenta. La figura del Clown dottore, cosi, relazionandosi anche con le figure di riferimento dei piccoli, è in grado di stemperare l’ansia e far defluire lo stress del ricovero. Non casualmente Ia sola presenza dei Clown dottori è in grado di mutare radicalmente l’atmosfera dei reparti.
La Clownerie è uno strumento spontaneo e naturale che ci confronta con un bisogno innato in noi, la necessità di giocare, privataci dai primi anni di crescita, all'insegna del vivere da "persone serie".
Guarire con un sorriso. Basta un naso da pagliaccio, un capello buffo e qualche scherzetto per far dimenticare ai malati, soprattutto se bambini, di essere in ospedale. Introdotta da qualche anno anche in Italia, la clownterapia, o comicoterapia, sta ottenendo risultati davvero sorprendenti. Come dimostra il caso dell’ospedale pediatrico Meyer di Firenze, in cui due artiste specializzate in questi interventi, hanno distratto una bambina albanese che doveva sottoporsi ad un esame particolarmente doloroso.
Nata negli anni ’70, la clownterapia si è fatta conoscere soprattutto grazie al film ispirato al medico americano Hunter PATCH ADAMS (interpretato da Robin Williams), uno dei primi ad affrontare il tema della terapia della risata. In Europa, i primi medici clown sono comparsi in Francia, grazie all’impegno della Fondazione “Le Rire Médecin” . Da noi sono arrivati 5 anni fa, grazie all’impegno dei fratelli Olshansky, fondatori dell’associazione “Soccorso clown” , ma anche della Fondazione Garavaglia di Rho e di “Ridere per Vivere” a Roma. Oggi si contano a decine gli istituti italiani che utilizzano la “terapia del sorriso”. “Ci sono migliaia di studi, di documenti, di ricerche - spiega il celebre Patch Adams - che dimostrano l'enorme importanza dell'umorismo per la salute. I ricercatori hanno trovato una relazione importante: quando si è allegri nel nostro organismo avvengono delle reazioni chimiche: si produce un aumento di endorfine e di catecolamine e una diminuzione di secrezione del colozolo (il colesterolo cattivo). Ossia la risata è uno stimolante per il sistema immunitario e comporta molti effetti positivi sul cuore e sui polmoni”.
A conferma di tutto questo è arrivato, ad esempio, anche uno studio del New York Presbyterian Hospital, dove la clownterapia è molto diffusa, che ha dimostrato per alcune patologie una diminuzione della degenza e un minor uso di anestetici. Cosa riuscita proprio al Meyer di Firenze, dove per la prima volta si è ricorso a due artiste clown (Giovanna Pezzullo e Ornella Esposito) durante un intervento di biopsia ossea su una bambina dodicenne, evitando l’utilizzo dell’anestesia (è stata usata solo quella locale). Distratta dai giochi delle due “finte” dottoressa, la bambina ha retto senza problemi la lunga e dolorosa operazione (venti minuti).

Clown Therapy Gallery

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