L’obiettivo di una riabilitazione implantoprotesica è quello di raggiungere in modo predicable la condizione di comfort del paziente attraverso una riabilitazione globale cioè funzionale ed estetica.

La riabilitazione protesica su impianti è caratterizzata da due fasi cliniche, chirurgica e protesica, che pur essendo cronologicamente separate sono intimamente connesse;

Le condizioni essenziali alla base di questa terapia sono:

  • valutazione approfondita di ogni step di trattamento, da quello diagnostico a quello di mantenimento;
  • chiara spiegazione del rapporto rischio-costi-beneficio del piano terapeutico al paziente e/o ai suoi familiari che devono confermare le scelte specifiche del caso;

La chirurgia orale e la riabilitazione implantoprotesica devono essere realizzati nel rispetto dei criteri scientifici riconosciuti imprescindibili per un risultato ottimale:

  • anamnesi e controllo della patologia di base;
  • anatomia della zona ricevente;
  • quantità e qualità ossea;
  • risparmio biologico dei tessuti dentali;
  • mantenimento di una corretta igiene orale domiciliare;
  • numero limitato di sedute;
  • selezione della tecnica adeguata (carico immediato-carico differenziato)
  • situazione funzionale;
  • condizione psicologiche;
  • grado di collaborazione in tutte le fasi (chirurgia, post-chirurgica, protesica, mantenimento).

Prima di iniziare il trattamento va valutato se sussistono situazioni che possono interferire con li successo terapeutico.

Tali controindicazioni sono:

  • inadeguate condizioni anatomiche delle ossa mascellari;
  • inadeguate condizioni occlusali e funzionali;
  • reperti patologici a carico delle ossa mascellari;
  • patologie delle mucose orali;
  • pregresse radioterapie a livello delle ossa mascellari (controindicazione temporanea);
  • xerostomia (diminuzione della salivazione);
  • macroglossia;
  • scadenti condizioni della dentatura residua;
  • carente igiene orale;
  • patologie infiammatorie acute;
  • assunzione di particolari farmaci (TAO, immunosoppressori);
  • situazioni di stress psicofisico;
  • insufficiente collaborazione del paziente;
  • stato generale, nutrizionale, età;
  • trattamenti farmacologici in atto (antibiotici, cortisonici, immunosoppressori, bifosfonati);
  • diabete, ipertiroidismo;
  • emopatie;
  • patologie cardiache (controindicazione relativa);
  • patologie del ricambio osseo (osteomalacia, osteiti deformanti, osteoporosi postmenopausa);

Tutte queste condizioni hanno un ruolo fondamentale nel determinare la prognosi intrinseca in quanto fan parte dello stato iniziale di salute del paziente.

La prognosi estrinseca è invece legata a fattori esterni e che intervengono dopo la procedura terapeutica ma che sono ugualmente importanti per determinare il successo della terapia, ovvero il grado di mantenibilità dell’igiene orale da parte del paziente o delle persone che lo accudiscono e la possibilità di eseguire interventi periodici di controllo.

Il protocollo chirurgico prevede la realizzazione della dama radiologica, l’esecuzione  degli esami radiografici e la realizzazione della dama chirurgica.

Normalmente vengono programmate prima dell’intervento anche la scelta dell’impianto (tipo e misure) e la tecnica da adottare (impianti bifasici, monofasici, protesizzazione immediata, carico immediato).

Gli impianti bifasici prevedono lo scollamento del lembo mucoperiosteo, il posizionamento degli impianti e la sutura de lembo lasciando sommersi gli impianti durante tutto il periodo di osteointegrazione che in questi casi è di 3-6 mesi. I onomastici invece prevedono una guarigione transgengivale (impianti transmucosi, impianti postestrattivi, impianti con posizionamento immediato del tappo di guarigione, protesi immediate).